“Solo nella preghiera troviamo i criteri del Vangelo”. La meditazione quaresimale della biblista Ronchiato ai preti trentini

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“Nella preghiera maturiamo i criteri del Vangelo. Per superare la tentazione della squadra perfetta. Sfatare il mito del gruppo perfetto. Non caso Gesù ha avuto il coraggio di scegliere gli ultimi. Pescatori. Senza competenze. Senza cultura”.

Una stimolante meditazione quaresimale per il clero trentino quella offerta giovedì 6 marzo in Seminario dalla prof.ssa Roberta Ronchiato, docente di Antico Testamento alla Facoltà Teologica del Triveneto. Al centro della sua riflessione, il commento alla preghiera del Padre Nostro, secondo il vangelo di Luca.

“Gesù – ha esordito Ronchiato – prega quando le cose vanno troppo bene, per non cadere nell’idolatria della fama. Prega quando deve fondare la sua comunità. La preghiera è il luogo dove maturare una scelta. Ancora più se dobbiamo fare scelte che interessano una comunità. Gesù ha pregato per maturare come uomo il coraggio necessario per scegliere gli ultimi”.

Quando pregare?

“E per noi quando è bene pregare?” si è chiesta la biblista offrendo subito a preti che non nascondono la fatica del quotidiano, una possibile risposta:

“Quando avvertiamo la paura di deludere qualcuno. Quando abbiamo paura di perdere la stima della comunità o del vescovo. Quando le attese ci stancano. Quando avvertiamo la fatica di custodire e difendere la propria identità e missione. Allora è l’ora di pregare. Gesù ha avuto il coraggio di dire se stesso. Di dire la sua vocazione. La sua missione. La preghiera permette di affrontare la croce. Di vedere la fine, la risurrezione. La preghiera ci fa sentire la compagnia dei Santi. Siamo invitati a pregare – ha sottolineato Ronchiato – perché sia il Regno di Dio a prendere forma non i regni del nostro cuore”.

Nella sua puntuale e ricca analisi delle parole del Padre Nostro, intrecciate alle tentazioni di Gesù nel deserto e alle ore della sua passione e morte,  la biblista Ronchiato ha suggellato la sua meditazione: “Gesù ha combattuto contro il male. Ha vinto perché ha perso la sua vita. Il Figlio è rimasto fino alla fine nelle cose del Padre suo. Non ha ceduto alle fantasie del male. Per questo può soccorrerci nella prova. La preghiera reciproca di Gesù per noi e di noi per gli altri – ha detto con entusiasmo la biblista – è lo specifico dei cristiani. C’è un sostegno reciproco e c’è una misericordia nell’essere tutti peccatori. La preghiera del cuore – è l’auspicio finale – è l’unica via per recuperare la nostra figliolanza e ricostruire un mondo di pace”.