“La chiave della preghiera è una relazione tra un tu e un Padre. Oggi abbiamo smarrito la paternità. Forse anche nella Chiesa. Quale Dio stiamo annunciando? Facciamo fatica a dire che Dio è Padre perché si conosce solamente essendo discepoli di Gesù. Gesù da Figlio ci rivela che Dio è Padre. Consegna due identità. Noi come figli, Dio come Padre”.
È un passaggio della ricca meditazione d’Avvento per il clero trentino a cura della prof.ssa Roberta Ronchiato, docente di Antico Testamento alla Facoltà Teologica del Triveneto, intervenuta nella mattinata di giovedì 5 dicembre in Seminario a Trento.
Non saremo mai orfani
Al centro della riflessione, il tema della preghiera, a partire dal Discorso della Montagna, dove la biblista intravede “l’istruzione sulla preghiera”. Per questo si può arrivare a “riconoscere nella preghiera – nota Ronchiato – il mistero dell’origine di ciascuno. Dio continuamente mi genera. Non sono una meteora”. “Non saremo mai – aggiunge la teologa, citando Oliver Clément – assolutamente orfani, abbandonati alle nostre forze, alle nostre difficoltà anche ecclesiali, non siamo ostaggio dei condizionamenti del mondo”.
“Padre nostro – aggiunge la docente – non è solo dichiarazione ma anche invocazione. Grido attraverso il quale chiediamo di purificare la nostra immagine di Dio. È il grido dei bambini che nascono. In mezzo ai volti frantumati dei nostri padri terreni“.
Tutti figli di Dio, credenti e non, cristiani e non
Nonostante l’inconsistenza e l’infedeltà dell’uomo, “il Padre – è convinta la studiosa di Sacra Scrittura – resta lì ad aspettarci. Abbá, Padre, dice infinita tenerezza. Dice l’abisso della misericordia di Dio. Una paternità condivisa. Tutti siamo figli di Dio. Credenti e non. Cristiani e non. Pregare il Padre dunque ha come conseguenza l’apertura alla fraternità“.
“Certo – ammette Roberta Ronchiato – a parole è facile. Devo accettare che Dio ami tutti. Ma a volte è inaccettabile. I fratelli, basti leggere Genesi, si contendono l’amore del Padre. Vorrebbero essere tutti figli unici. Vorrebbero un amore esclusivo. Dire ‘Padre nostro’ è dunque fare esercizio di fraternità“.
Nella foto, Roberta Ronchiato e il rettore del Seminario don Tiziano Telch.