Conclusa a Roma la prima Assemblea sinodale della Chiesa italiana: “Siamo popolo profetico”. La delegazione trentina: “Esperienza straordinaria”

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Si è conclusa con una solenne S. Messa e il pensiero ai più poveri, nella Giornata a loro dedicata, la prima Assemblea sinodale della Chiesa italiana, che ha visto convenire a Roma oltre mille delegati da tutta Italia (sei dal Trentino), protagonisti per tre giorni di un costruttivo confronto nella suggestiva cornice della Basilica di San Paolo fuori le Mura.

“Siamo invitati ad essere umili e a pensarci assieme, come chi ama”, ha condensato lo spirito dell’Assemblea e il senso della Giornata voluta dal Papa il Presidente dalla Conferenza Episcopale Italiana cardinale Matteo Zuppi nell’omelia conclusiva. “I poveri – ha aggiunto – hanno molto da insegnare a una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e fanno parte di diritto della nostra famiglia”, ribadisce Zuppi, invitando a spendersi per “contrastare ogni povertà frutto di ingiustizia”.

La prima sintesi di mons. Castellucci: “popolo profetico”

L’eco della prima Assemblea era rimbalzata poco prima nelle sintesi del lavoro dei cento tavoli impegnati a confrontarsi su 17 schede per altrettanti ambiti di possibile rinnovamento della Chiesa. Il presidente del Comitato Sinodale, monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena-Carpi: “Abbiamo sperimentato la bellezza di essere ‘popolo profetico’. Questo è il Cammino sinodale, prima ancora e forse più ancora che un testo scritto”.

Non a caso Castellucci parla di stili ormai acquisiti: ascolto, che “con il metodo della ‘conversazione nello Spirito’ a partire dalla Parola di Dio, dispone all’ascolto degli altri; uno stile che, adattato, potrà connotare il nostro convenire a tutti i livelli: dagli Organismi di partecipazione alle riunioni degli operatori pastorali”.

Altri punti chiave: dialogo, partecipazione (con talora “la riattivazione dei Consigli pastorali parrocchiali, zonali e diocesani” che si sono “nuovamente riuniti e in alcuni casi anche formati ex novo”), e soprattutto “una vista – a detta di Castellucci – più profonda” che “ci ha abituato a scrutare le pieghe della nostra storia, cogliendo con umiltà sia le ferite dentro e fuori la Chiesa, sia i raggi di speranza e di vita, che abitano il quotidiano delle case e delle strade e che spesso restano sepolti sotto la coltre delle cattive notizie”.

La delegazione trentina: “Esperienza straordinaria”

Sul treno del ritorno, la delegazione trentina – in viaggio sulla stesso convoglio accanto ai delegati della Diocesi di Bolzano-Bressanone, guidati dal vescovo Ivo Muser – messaggia nel gruppo Whatsapp del Coordinamento sinodale trentino (primo firmatario vescovo Lauro): “Siamo reduci da un’esperienza molto intensa, straordinaria. Abbiamo potuto condividere momenti di preghiera, fraternità e ascolto attorno a 100 tavoli con 1000 persone. Abbiamo potuto respirare una Chiesa che si sta aprendo, che prova a convertirsi, che si alimenta di speranza. Non era per nulla scontato che con naturalezza e semplicità avremo potuto affrontare tematiche delicate che un tempo avrebbero creato tensioni, malumori se non anche spaccature. È stato bello stare attorno ad un tavolo da veri fratelli vescovi, laici, preti, religiosi e religiose, giovani e ultra ottantenni. Un volto di Chiesa che sa camminare assieme, uniti ma non uniformati, diversi ma non divisi!”.

Dall’Assemblea di Roma uscirà ora uno strumento di lavoro per le Diocesi, per arrivare infine a confluire in un documento programmatico in una seconda Assemblea sinodale in programma a fine marzo, da consegnare ai vescovi per giungere a proposte condivise di riforma della vita della Chiesa italiana.