Centinaia di fiaccole a San Martino di Castrozza per invocare pace, insieme a padre Ibrahim Faltas (Custodia Terra Santa). Il religioso a colloquio con il vescovo Lauro

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La Terra Santa imprigionata in un dramma senza fine, nel quale non si intravvede per ora alcuno spiraglio di speranza. Con il rischio, fondato, di piombare in una terza guerra mondiale.

È un quadro cupo e desolante quello descritto dal vicario della Custodia di Terra Santa padre Ibrahim Faltas, ospite in Trentino nei giorni post-ferragosto per una serie di incontri sul territorio.

La fiaccolata a San Martino di Castrozza

Nella serata di martedì 20, padre Ibrahim ha partecipato a una fiaccolata per la pace a San Martino di Castrozza, promossa dalle parrocchie del Primiero.

Davanti alla statua della Madonna, portata in processione per le vie del centro turistico, oltre duecento valligiani e ospiti hanno condiviso con padre Ibrahim e i parroci della zona una supplica accorata per la pace nel mondo. Mentre le strutture ricettive erano invitate a spegnere le luci artificiali per accendere una candela, tutti hanno camminato con la loro fiaccola in mano. A cominciare dai tanti bambini presenti, davanti ai quali padre Faltas ha voluto ricordare più volte le decine di migliaia di minori innocenti che hanno pagato con la vita – o con un’esistenza segnata per sempre – questi mesi di conflitto, in particolare a Gaza. Alcuni di loro sono stati portati in Italia in questi mesi, grazie alla mediazione della Custodia, per essere curati.

L’incontro con il vescovo Lauro

Uno scenario tragico, descritto nel dettaglio da padre Ibrahim, stretto collaboratore del Custode trentino padre Francesco Patton, anche all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, cui con cui si è intrattenuto per più di un’ora nel convento di San Bernardino, nel capoluogo, nella mattinata di mercoledì 21 agosto. Con l’Arcivescovo era presente anche il delegato dell’Area Testimonianza don Mauro Leonardelli.

Rispondendo alla domande di don Lauro, padre Faltas è parso molto pessimista sull’esito dei colloqui in corso tra Israele e Palestina per ottenere almeno un cessate il fuoco. Dal canto suo, monsignor Tisi, particolarmente colpito dal racconto del francescano di origini egiziane, ha confermato la volontà della Diocesi trentina di continuare a sostenere l’attività della Custodia di Terra Santa a favore delle persone che più pagano le conseguenze del conflitto.

E mentre si eleva ancora un volta l’appello accorato di papa Francesco per la pace nel mondo, pronunciato all’Udienza del mercoledì in piazza San Pietro, don Lauro ha anche assicurato a padre Faltas di voler intensificare in Diocesi la preghiera per la pace.

Prima di fare ritorno in Terra Santa, padre Ibrahim resterà ancora qualche giorno in Trentino per alcuni incontri in programma a Verla di Giovo in val di Cembra, a Cavalese e a Pera di Fassa.