Venerdì 23 febbraio, secondo venerdì di Quaresima, 140° giorno di guerra a Gaza tra Hamas e Israele, oltre 1000 alunni e studenti delle Scuole cristiane di Gerusalemme hanno camminato lungo la Via Dolorosa della Città Santa, pregando la “Via Crucis” mai come in questa occasione trasformata in una “Via della Pace” lungo la quale si sono alzate invocazioni per la fine della guerra e la grazia della riconciliazione.
Tensione palpabile
Erano presenti, con esponenti delle varie denominazioni cristiane e il nunzio apostolico, mons. Adolfo Tito Yllana, anche i ragazzi e i bambini di quattro Scuole della Custodia di Terra Santa, come racconta al Sir, padre Ibrahim Faltas, vicario custodiale e responsabile delle scuole di Terra Santa della Custodia. Nelle strade della Città vecchia di Gerusalemme, in una tensione palpabile dopo l’attentato di giovedì (con tre vittime – un israeliano e due attentatori palestinesi – compiuto vicino a Maale Adumim, su una strada che collega un insediamento israeliano a Gerusalemme, ndr.), “è spiccato il colore bianco delle sciarpe dei bambini, bianche come le colombe liberate per implorare la pace sulla Terra Santa e sul mondo”. I bambini e i ragazzi di Terra Santa – aggiunge il vicario della Custodia – conoscono dalla nascita limiti e privazioni che negli ultimi cinque mesi sono purtroppo aumentati e oggi, più che mai, dobbiamo ascoltare la loro voce e la loro richiesta”. Per questo motivo, sottolinea padre Faltas, “la Via Crucis di oggi è stata speciale perché ha inviato un messaggio importante al mondo: nelle meditazioni i giovani percorrono la via del Dolore che, attraverso la Speranza della Resurrezione, diventa via della Pace”.
Patton: chiediamo un cuore libero dall’odio e dalla vendetta
Arrivati a san Salvatore gli studenti, con i loro insegnanti, hanno ricevuto il saluto del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton: “Abbiamo camminato sulle pietre che Gesù ha calpestato 2000 anni fa mentre portava la croce verso il Calvario. Nel dare la vita per noi Egli ha sentito tutta la sofferenza dell’umanità, anche quella che sentiamo noi oggi, quella dei bambini di Gaza, di Palestina e di Israele e di tantissimi altri paesi del mondo”. Poi l’esortazione a “essere discepoli di Gesù e seguire le sue orme. Per questo domandiamo a lui la grazia di tenere sempre il cuore libero dall’odio e dal desiderio di vendetta contro chi ci fa il male. Chiediamo la grazia che tutti i muri fatti di inimicizia e di odio vengano demoliti e si costruiscano ponti di riconciliazione tra le persone, tra i popoli, tra i credenti di tutte le religioni”. “I bambini e i ragazzi della Terra Santa – conclude padre Faltas – hanno dato senso, sostanza e speranza alla parola pace. A noi adulti rimane la responsabilità di ascoltarli”.
Fonte: Agensir