“Vogliamo in questo momento rendere grazie a Dio per il dono del suo Figlio e dello Spirito Santo, ma anche per i tanti uomini e donne che si spendono a favore della vita nascente e della vita nel suo tramontare, e hanno fatto proprio l’impegno di tutelare la vita che vale per se stessa, non perché sana o ammalata, perché piccola o anziana. Chiediamo per tutta la nostra Chiesa il dono di essere profezia di questo valore stupendo della vita che appunto ha la sua forza nel suo esserci e non per quanto riesce a produrre ad avere”.
Ha esordito così, domenica 4 febbraio in cattedrale a Trento l’arcivescovo Lauro Tisi, nella S. Messa in occasione della Giornata per la vita.
La giornata-tipo di Gesù: intessere amicizie e incontri
Nell’omelia, don Lauro commenta la descrizione evangelica “della giornata-tipo di Gesù”. “Sorprendente e spiazzante – nota – è l’agire di Gesù: la location di Dio non è tanto il tempio ma la strada, la casa, le persone, la famiglia. Dio lo trovi seduto a tavola, impegnato a far festa, a lavorare, a intessere amicizie ed incontri“. Atteggiamento in netto contrasto con “la nostra parola arrabbiata, frustrata, che a volte va a ferire e perfino a uccidere”.
Silenzio, il grande assente
Inoltre, siamo incapaci secondo Tisi di abitare il “silenzio, grande assente. Il rumore è tragicamente il nostro habitat e non abbiamo la forza di disconnetterci”. “È questo il contesto – nota l’Arcivescovo – in cui matura il disprezzo per la vita, impedendo, come recita il messaggio per la Giornata per la vita dei vescovi italiani, che essa ci sorprenda e liberi in noi lo stupore e la meraviglia”.
La nostra “febbre” è diffidare della forza sanante del servizio
“La febbre della suocera di Pietro – nota poco oltre don Lauro, rileggendo il Vangelo – è anche la nostra! Ad alterare la temperatura è il nostro diffidare della forza sanante del servizio, è il ritenerlo perdente, obbligo faticoso, ostacolo alla gioia. È vero l’esatto contrario: occuparsi della felicità degli altri – ricorda l’Arcivescovo citando anche il presidente Mattarella a Trento capitale del volontariato – è la via maestra per assaporare la gioia“.
La disconnessione del silenzio e la forza del noi
Gesù che nel Vangelo si allontana dalla folla e sceglie il deserto illumina secondo monsignor Tisi un “dramma dell’oggi: viviamo tante esperienze ma non c’è il tempo di metabolizzarle e farle diventare patrimonio della tua vita. Portiamo a casa gli avvenimenti, immergendoli nella disconnessione del silenzio!” Infine, “Gesù non risolve tutti i problemi ma dice: risolviamoli insieme. La vera soluzione dei problemi – quasi un inno alla vita – è figlia della frequentazione del “noi”. Grazie Signore – conclude don Lauro – per il noi della Chiesa che, pur affaticata, è il luogo in cui ti rendi presente”.
TESTO INTEGRALE OMELIA