“Economia e valori etici possono convivere”. A Moena dialogo tra il vescovo Lauro e l’imprenditore Lunelli

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“Fino a qualche anno fa economia e umanesimo sembravano antitetici. Oggi tutti riconosciamo che si può fare economia con i volti, grazie alla genialità delle persone, alla ricchezza del territorio, alla storia e alle tradizioni delle aziende: questa è una grande notizia”.  La sintesi della serata, su cui pende la domanda “Verso quale ricchezza?”, la butta lì don Lauro, con lo sguardo compiaciuto verso il suo interlocutore, Matteo Lunelli, che annuisce convinto.

È un fresco martedì 18 luglio al polo scolastico di Moena per il secondo appuntamento della rassegna fassana “Ispirazioni d’estate” (parrocchie e Apt), con un buon pubblico nonostante i 15 gradi e i danni provocati in zona dal violento temporale pomeridiano.

A riflettere sul rapporto possibile tra sviluppo economico e attenzione alla persona, moderati dal docente fassano Cesare Bernard, l’arcivescovo di Trento monsignor Tisi e l’a.d. di Cantine Ferrari (e della holding di famiglia), confermato presidente di Altagamma fino al 2025. Trattasi di un pool 113 aziende di alta qualità (dalla moda al design, dall’alimentare ai gioielli) decise a promuovere i prodotti italiani nel mondo, nel rispetto di valori condivisi, a cominciare dal porre l’uomo al centro dell’impresa. La loro “magna carta” è finita nelle mani di papa Francesco e del presidente Mattarella e Lunelli ne elenca i principi: “Preservare l’ambiente e la biodiversità, favorire un’economia circolare a basso impatto ambientale, creare un ecosistema attento a collaboratori e filiere, diffondere una cultura organizzativa sensibile alla sostenibilità, valorizzare il capitale umano, sostenere il territorio e il made in Italy promuovendo la collaborazione tra imprese”.

Lunelli concretizza guardando in casa propria: “Chi fa vino è per definizione attento al territorio, ma questo vale per il distretto dell’automobile in Emilia-Romagna o del mobile in Brianza. Quanto al rapporto virtuoso con il nostro Trentino, ricordo che Ferrari coinvolge ben seicento contadini che conferiscono da noi il loro prodotto”. Lavorare bene significa pensare anzitutto a loro e alle loro famiglie per “costruire – spiega Matteo Lunelli, rileggendo la felice tradizione di famiglia incarnata in particolare dallo zio Gino – un circolo virtuoso di sviluppo all’interno di una mission ben definita”.

“Qui siamo di fronte – riconosce don Lauro – a un’economia che si nutre del bello. Il buono è certamente importante. Ma il bello viene prima, anche per i cristiani. L’umano di Gesù è bellezza, perché si fa prossimo. L’umano delle guerre è degradante”. A proposito di “guerre”, don Lauro mostra di gradire il motto di Altagamma “Cooperare per meglio competere”, che tiene a braccetto dinamiche apparentemente contraddittorie. L’Arcivescovo evoca Guardini e la ricerca della composizione tra poli opposti: “Interessante notare come marchi differenti fanno rete tra loro e non si fanno guerra. La sinergia diventa volano economico. Così come – sottolinea Tisi, rilanciando un tema a lui caro – se pensiamo al vivere sociale come un mondo a misura di chi fa fatica esso sarà automaticamente più armonico. Se lo immaginiamo a misura di chi vince, ne esce un mondo malato. Il modello della zampata vincente del solitario che vince prevaricando gli altri, è la vittoria di Pirro. Partire dai poveri è invece principio di benessere che permette uno sviluppo a misura di uomo”. Lunelli suggella, pensando alle imprese di eccellenza che diventano aiuto anche per chi economicamente arranca: “Chi va bene deve portare valore al sistema. Ecco l’Inclusività, da parte di aziende esclusive”. Tradotto, con immagine evangelica: “Dobbiamo abbandonare i denari di Giuda per scegliere – chiosa l’imprenditore –  i denari del Samaritano”. (pf – articolo pubblicato anche sul settimanale Vita Trentina in uscita giovedì 20 luglio).