“L’augurio migliore è la notizia che Dio sta bene quando l’uomo sta bene. Ecco la bellezza del nostro Dio”. Così, nella mattinata di mercoledì 5 aprile, l’arcivescovo Lauro si è rivolto a dipendenti e collaboratori della Curia Diocesana e degli Enti afferenti, riuniti nell’aula magna del Vigilianum per il consueto scambio di auguri pasquali.
“Dio pastore e Padre misericordioso non un Dio-dogana”
Ad introdurre l’incontro, in clima fraterno (“ognuno di noi è una nota e se esce qualcosa – sottolinea don Lauro – è solo perché si accoda alla nota di altri”), la lettura del capitolo 15 del Vangelo di Luca che presenta in successione, come una sorta di trilogia, le parabole della pecora smarrita, della moneta perduta e del Padre misericordioso. Don Lauro ne trae la conferma della necessità di “correggere l’idea dominante di Dio” perché “la narrazione di Dio a partire da Gesù è l’opposto dell’immaginario di un ‘Dio-dogana’ che giudica le nostre prestazioni” e di una “Chiesa che gestisce il potere come una sorta di doganiere”.
“Vi propongo la via della bellezza”
La ricerca continua della pecora smarrita da parte del Dio-pastore e il figliol prodigo che, disperato, ritrova l’abbraccio di Dio-Padre invitano a rileggere le nostre fatiche relazionali perché “ognuno di noi – nota l’Arcivescovo – è ferito e a nostra volta siamo persone che feriscono”. E per uscire da una logica in cui si rischia inevitabilmente di sentirsi disperati, “la strada – spiega l’Arcivescovo – non è quella del “detestare il male per combatterlo: questo è fallimentare, così come non aiuta far battaglia con se stessi”. La via proposta da monsignor Tisi è quella della “bellezza come terapia. Dalla lotta contro il male, passiamo a contemplare il Dio della bellezza descritto da Luca. E il bello rasserena sempre. Ti dà ali, ti fa star bene, in un sistema-vita poco allenante alla bellezza”. “La notizia – aggiunge don Lauro – è che Dio sta bene quando l’uomo sta bene. Dio non impone il suo amore. Non ti fa vivere per lui ma per te stesso, ti concede il passo della libertà. Buona Pasqua!”