Il senso di una vita consacrata? “Diventare segno delle meraviglie di Dio, del suo amore, della sua bontà, della sua misericordia”. Non ha dubbi l’arcivescovo Lauro nell’aprire in cattedrale, nel pomeriggio di mercoledì 2 febbraio, la celebrazione diocesana in occasione della Festa della vita consacrata. Molti i religiosi e le religiose, le consacrate e i consacrati presenti in Duomo, nel rispetto delle norme anti Covid, oltre a quanti erano collegati on line o in TV.
Come Simeone e Anna
La memoria liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio fa da sfondo alla Festa: “In Simeone e Anna – dice don Lauro – rivedo la vita di tanti di voi. Nel loro saper attendere, nella loro speranza colgo i tratti della vostra storia personale”. E ancora: “la gioia di Simeone e Anna nel vedere il volto di Gesù diventa un appello a tutta la nostra Chiesa a non lasciarsi portar via la vita dalle preoccupazioni organizzative e operative, ma a percepire come unico obiettivo necessario la frequentazione dell’umanità di Gesù”. Don Lauro cita il beato Stefano Bellesini: “credere altro non è che frequentare e studiare Gesù Cristo e vivere di lui e mettersi nel suo solco non è un impegno gravoso, ma semplicemente l’attitudine a far prevalere il voler bene e l’amare, anziché l’avvitarsi su sé stessi”.
Appello sinodale
L’Arcivescovo si rivolge quindi ai presenti con particolare affetto invitandoli ad essere profezia per la Chiesa trentina in questo tempo d’avvio del cammino sinodale: “Propongo a voi religiosi e religiose, consacrati e consacrate, per primi, per poi allargarlo nelle prossime settimane a tutte le comunità e a tutte le realtà della nostra Chiesa di convocarsi in piccoli gruppi per dare concretamente il via al cammino sinodale. Le modalità operative saranno comunicate nelle prossime settimane. Ma quel che più conta è che saremo chiamati tutti – a cominciare da me – a porci sotto la luce della Parola, per lasciarci provocare da Gesù e capire, insieme, quanto la nostra Chiesa sia fedele al Vangelo e sia terreno fertile in cui coltivare l’esperienza credente mettendo, al contempo, in luce le nostre inconsistenze, le nostre cadute, le nostre povertà”
Prima della benedizione finale l’annuncio del nuovo delegato diocesano per la vita consacrata: padre Maurizio Baldessari che raccoglie il testimone da padre Giancarlo Girardi (vedi articolo) .
TESTO OMELIA MONSIGNOR TISI
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