“Ho parlato con i detenuti e mi hanno confidato di desiderare solo una cosa: che qualcuno regali loro un sorriso”. L’arcivescovo Lauro è stato in visita domenica 19 dicembre alla Casa Circondariale di Spini di Gardolo (Trento) per il consueto incontro prenatalizio con i detenuti, i responsabili della struttura, gli agenti di polizia penitenziaria ed altri operatori.
Dopo il saluto della direttrice del carcere Annarita Nuzzaci e del comandante del corpo di polizia penitenziaria Ilaria Lomartire, monsignor Tisi ha concelebrato con il cappellano del carcere don Mauro Angeli due s. Messe, insieme ad altrettanti gruppi di persone recluse.
“Incontrare voi è come incontrare Cristo” ha detto nel corso dell’Eucarestia l’arcivescovo commentando il brano evangelico in cui Gesù si immedesima negli ultimi e, tra questi, i carcerati (“Ero in carcere e mi avete visitato”). Don Lauro ha sottolineato come il fatto di ritrovarsi detenuti sia spesso frutto di circostanze e di contesti particolari, che talora precedono la responsabilità diretta dei singoli.
L’Arcivescovo ha parlato del carcere come laboratorio di umanità, anche alla luce dell’ulteriore isolamento, vissuto all’interno della struttura, a causa della pandemia. “Da queste mura – ha detto nell’augurare buon Natale – esce un messaggio forte, di straordinaria attualità: ritroviamo insieme la forza di scambiarci un sorriso. Riscopriamo il valore generativo dell’incontro: senza incontro non c’è umanità, non c’è futuro”.
Nella foto d’archivio (G. Zotta) il vescovo Lauro Tisi nella Casa Circondariale di Spini di Gardolo.