“L’abete è segno di Cristo, albero della vita, albero al quale l’uomo non poté accedere a causa del peccato. Ma con il Natale la vita divina si è congiunta a quella dell’uomo. L’albero di Natale evoca la rinascita, il dono di Dio che si unisce all’uomo per sempre, che ci regala la sua vita. Le luci dell’abete richiamano quella di Gesù, la luce dell’amore che continua a risplendere nelle notti del mondo”. Le parole di gratitudine di Papa Francesco per l’albero di Natale donato dal Trentino risuonano nell’aula Paolo VI all’udienza riservata alla delegazione guidata dall’arcivescovo Lauro, con le assessore provinciali Segnana e Zanotelli e Alberto Perli, sindaco di Andalo, paese da cui proviene il grande abete rosso posto al centro di piazza San Pietro, acceso nel pomeriggio, accanto al presepe dono della comunità peruviana di Huancavelica, mentre i giovani della parrocchia di Gallio (Vi) hanno allestito la Natività posta in aula Nervi.
Sono proprio i tanti peruviani, con i loro abiti sgargianti e le loro inconfondibili armonie musicali andine, ad animare l’attesa del Papa, nell’aula in cui prende poi la parola l’arcivescovo Lauro per salutare Francesco ed esprimere la gioia di tutto il Trentino per il dono di un “albero ultrasecolare, che ha idealmente incisa nella corteccia – spiega don Lauro – la memoria di due guerre mondiali e ora illumina questa piazza invitando ad essere uomini e donne di pace”.
Tisi ricorda il Trentino come terra di emigrazione: “L’albero, che ha visto partire tanti figli trentini, possa essere provocazione ad accogliere oggi chi ha perso tutto, senza preclusioni e con atteggiamento fraterno, cominciando dal mio Trentino”.
“Dai rami di quest’albero – rammenta ancora l’Arcivescovo di Trento – pendono circa 600 sfere di legno, frutto del lavoro di tanti volontari. In esse è custodito un messaggio destinato a bambini e famiglie toccati dal dolore e dalla malattia, oggi qui presenti. Preghiamo perché possiamo essere attenti alla fragilità, uomini che proprio perché fragili, si sentono bisognosi gli uni degli altri”.
“Là dove svettava quest’albero stanno già spuntando nuove piante” rivela monsignor Tisi. “Un bosco cresce perché ci sono alberi che si fanno da parte, per lasciarne emergere altri. Questa è anche la dinamica del Dio di Nazareth e del suo Natale: Dio che si svuota e si mette da parte per far crescere l’uomo. Il sogno di Dio sono uomini e donne capaci di diventare terreno libero per ospitare la vita degli altri. L’augurio è che, guardando l’albero, anche noi possiamo fare spazio ad altri per farli vivere. Buon Natale, Santo Padre, con il fresco dei boschi del Trentino”.
Papa Francesco (LEGGI INTERVENTO INTEGRALE) invita a non “lasciare inquinare il Natale dal consumismo e dall’indifferenza. I suoi simboli, specialmente il presepe e l’albero addobbato, ci riportano alla certezza che ci riempie il cuore di pace, alla gioia per l’Incarnazione, a Dio che diventa familiare: abita con noi, ritma di speranza i nostri giorni. L’albero e il presepio ci introducono a quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio delle nostre comunità: un clima ricco di tenerezza, di condivisione e di intimità familiare. Non viviamo un Natale finto, commerciale! Lasciamoci avvolgere dalla vicinanza di Dio, dall’atmosfera natalizia che l’arte, le musiche, i canti e le tradizioni fanno scendere nel cuore”.
L’abete rosso donato dalla comunità del borgo dell’Altopiano della Paganella rimarrà in piazza San Pietro fino al 9 gennaio, festa del Battesimo del Signore, con cui si conclude il Tempo di Natale.
Accanto alle istituzioni di Provincia e Comune e ai volontari del circolo anziani di Andalo “Bella età” che hanno realizzato gli addobbi dell’albero di Natale, in Aula Paolo VI erano presenti i vertici del Parco naturale Adamello Brenta con il presidente Walter Ferrazza, i sindaci dell’Altopiano della Paganella, i rappresentanti della Stazione forestale della Paganella.
Tre bambini della delegazione di Agop (l’Associazione Genitori Oncologia Pediatrica Onlus, con sede presso l’Ospedale Gemelli di Roma), in rappresentanza di alcuni piccoli pazienti che hanno ricevuto le cure dei sanitari nel centro di Protonterapia di Trento, hanno poi consegnato a Papa Francesco due addobbi realizzati a mano così come le altre sfere che caratterizzano l’albero di Piazza San Pietro, contenenti dei trucioli e alcuni messaggi sulla natura pensati dai bambini dell’Istituto scolastico di Andalo. Al Papa è stata consegnata anche una lettera degli alunni della scuola dell’infanzia di Andalo: “Caro Papa Francesco, – hanno scritto i bambini – sai che l’albero per piazza San Pietro arriva da Andalo, il nostro paese? Siamo molto contenti di donartelo, perché così lo puoi vedere tu e tutte le persone che vengono a trovarti”.
In mattinata le delegazioni dal Trentino e dal vicentino hanno preso parte alla S. Messa in San Pietro, presieduta dal vescovo di Padova Claudio Cipolla (diocesi a cui appartiene la parrocchia di Gallio) e concelebrata dall’arcivescovo Lauro e da don Daniel Romagnuolo, parroco di Andalo.
Foto Gianni Zotta e Ufficio Stampa Diocesi Trento