“De Gasperi è stato capace di tenere insieme gli estremi. E di stare nella realtà, evitando che scivoli in banale quotidianità”. Le parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi risuonano nella tradizionale Messa in suffragio di Alcide de Gasperi, nella chiesa parrocchiale di Borgo Valsugana, nel pomeriggio di mercoledì 19 agosto (anniversario della morte dello statista trentino, avvenuta nel 1954). Tisi s’aggancia alla Lectio Magistralis (“straordinaria, di una bellezza inaudita”, la definisce più volte) di Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, il giorno precedente a Pieve Tesino (QUI TESTO INTEGRALE LECTIO e SINTESI VT ) . “Mi ha molto colpito – sottolinea l’Arcivescovo davanti alla famiglia di De Gasperi, alle autorità e ai fedeli presenti – quando, citando Romano Guardini, Cartabia vede in Degasperi colui che mette in atto la ‘dialettica degli opposti’. L’uomo del ‘centro’ – commenta Tisi – non è l’uomo dell’inciucio, ma di quell’atteggiamento frutto della capacità dell’amore di tenere insieme gli estremi. E di stare nella realtà, ma con quella visione ideale che impedisce alla realtà di diventare banale quotidianità”.
“Quest’uomo – aggiunge Tisi richiamando ancora Cartabia – ha contribuito alla Costituzione italiana introducendo il metodo dell’’et-et’ che genialmente tiene insieme gli estremi”. L’arcivescovo di Trento raccoglie quindi l’interrogativo della presidente della Consulta: dove prendeva Alcide De Gasperi la sua forza? “La risposta – argomenta monsignor Tisi in chiave biblica – la trovo nel Vangelo, perché Gesù Cristo è esattamente questo: l’Uomo della realtà, fatta di persone e incontri, ma anche della grande idealità che non porta mai a condannare. Nella dialettica degli opposti, Gesù biasima l’ipocrisia e il peccato ma è estremamente misericordioso con la persona. I cristiani in Gesù imparano un metodo: la misericordia è il luogo dove si tengono insieme gli opposti, del camminare nell’’et-et’ e non nell’’aut-aut’. Ecco la lezione alla politica attuale dove ogni parola è schierata. Dove mancano gli uomini dell’’et-et’ mentre prevalgono gli uomini del dettaglio, del particolare, della difesa partigiana”.
“La pagina del Vangelo sulla misericordia – sottolinea ancora don Lauro nella parrocchiale di Borgo – è una provocazione fortissima a recuperare in Gesù di Nazareth la dialettica della pluralità. La verità cristiana non ha paura di tenere insieme la pluralità”. Secondo Tisi, invece, la Chiesa “corre il rischio dell’’aut-aut’. Anch’essa è il luogo dove si schierano le bandiere ideologiche. Ma la Chiesa dovrebbe imparare da De Gasperi – che ha sempre anteposto il bene di tutti e, pur colpito, non è mai fuggito dalle proprie responsabilità – a superare le fazioni che nascono da idee che non divengono mai azione, restando senza incarnazione, senza storia”.
Altro elemento “straordinario” della figura di De Gasperi il fatto che “non pensava solo all’Italia ma alla fraternità universale. Questa – argomenta Tisi – è anche la grande vocazione della Chiesa. Invoco Alcide De Gasperi affinché preghi per la Chiesa, a cominciare da quella di Trento, perché sia dell’’et-et’ e non dell’’aut-aut’, Chiesa di idee che si fanno azione, storia, carità, servizio, volti. Per abitare – è la conclusione dell’omelia – le polarità senza percorrere le contrapposizioni che stanno lacerando il mondo e il corpo ecclesiale”.