“C’è una felice sorpresa nella Parola di Dio di oggi: nel deserto della vita non siamo soli. Altri camminano con noi, “benché molti siamo un solo corpo” ci ha ricordato Paolo nella Prima lettera ai Corinti. Il corpo eucaristico serve perché diventiamo un solo corpo ecclesiale. L’Eucarestia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucarestia”.
Nella solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, il vescovo Lauro celebrando la Santa Messa in Cattedrale ha rilanciato ancora una volta un invito all’unità della Chiesa, riunita attorno alla Mensa.
Introducendo la celebrazione, don Lauro ha ricordato anche che per la prima volta dopo il lockdown, la messa del Corpus Domini ha visto la partecipazione dei seminaristi di Trento e quella della diocesi di Belluno-Feltre; accanto a lui anche il diacono Devis Bamhakl, che la prossima settimana avrebbe dovuto essere ordinato sacerdote assieme a Gianluca Leone, ma le contingenze ancora stringenti per la pandemia hanno costretto a rimandare probabilmente a settembre l’ordinazione sacerdotale.
Attraversiamo il deserto, “icona della nostra vita” l’ha definito don Lauro nell’omelia; ma il deserto “non è un luogo dove ci si può sistemare, dove si mette su casa; è spazio di transito, di cammino, dove la sera si montano le tende e il mattino si smontano”. “Dio non ci toglie il deserto -ha incalzato don Lauro- ma ci toglie la solitudine nell’attraversarlo. “Io sono il pane della vita”: Dio si fa pane per rimanere con noi. Cristo fa scorrere nelle nostre vene il flusso della sua vita, perché ci incamminiamo a vivere la vita come l’ha vissuta lui. Dio si è fatto uomo perché ogni uomo si faccia come Dio. E’ la meraviglia del Pane Eucaristico, vero pane dei pellegrini”.