Il Sabato Santo è il giorno del “fiato sospeso”.
Venerdì Cristo è morto. Il Sabato è tutto fermo: locked down!
Gesù aveva predicato che Dio è Padre buono, eppure le ore passano e questo Padre sembra in stand-by. Ecco il fiato sospeso del Figlio: cosa fa mio Padre? Mi lascia così? Durante quel sabato di 2000 anni fa non era certo niente: i discepoli sono smarriti, già venerdì spariscono; chissà? delusi, impauriti. Maria è Madre addolorata, non disperata però!
Anche tutti noi sperimentiamo nella vita situazioni di fiato sospeso. Ed oggi ancor di più! Chiusi in casa, con disagi economici e molti purtroppo, anche letteralmente, sono con il fiato affaticato dal virus!
I primi cristiani hanno narrato lo stato di Gesù nel sepolcro come una Sua Discesa agli inferi! Questa rappresentazione del Sabato Santo nata nell’antico oriente sembra dispersiva, desueta; invece arricchisce la fede cristiana.
La discesa agli inferi fotografa, con l’immagine di moto a luogo, il coinvolgimento di Gesù mentre sta nel sepolcro e l’efficacia salvifica di tale situazione.
Gesù, nello stato di morte, ha condiviso realmente, fin negli estremi aspetti, la nostra vita terrena. La tomba segna anzitutto il finire biologico, poi il sepolcro è domanda davanti a Dio: cosa fa lassù mentre quaggiù si polverizza la speranza? Infine il sepolcro, figurativamente, rappresenta i “fiati sospesi” della vita quando vedi buio, senti pietre sopra i tuoi giorni, sei intricato.
Nei nostri inferi (sepolcri) il Figlio discende, si coinvolge. Sempre con Lui, con qualche fratello, mai da soli dunque, aspettiamo le mosse del Padre! Accogliamo Gesù; ora è sempre online! Il fiato sospeso muterà in incanto: Dio apre sempre una via.
La Veglia pasquale, sintetizza il tutto iniziando con i templi bui, illuminati dal Cero che mai si spegne.