“Spesso è la paura dell’altro a generare lo scontro. Prepotenza e aggressività non sono mai sinonimo di forza; è vero il contrario: il prepotente è debole, perché non riesce a sostenere il confronto. Chi necessita di schemi protettivi, muri e barricate è persona insicura e fragile. Diversamente, la persona forte non teme l’incontro”. E’ un passaggio dell’omelia alla s. Messa nel Mercoledì delle Ceneri presieduta dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi in cattedrale mercoledì 6 marzo.
Nel giorno d’inizio della Quaresima, in cui si rinnova il rito dell’imposizione delle ceneri, monsignor Tisi rilancia l‘invito a scoprire che “il nome di Dio è incontro”. “L’esperienza dell’incontro con il Dio grande nell’amore – aggiunge don Lauro – ci doni una fede attraversata dal sorriso che impedisca di usare la verità come clava contro gli altri, regalandoci la capacità di dubitare di noi stessi”. Nel citare infine la provocazione quaresimale di una vita fatta di carità, preghiera e digiuno, l’Arcivescovo la concretizza nel “frequentare in modo discreto, senza ostentazione, il volto del fratello”, in una “preghiera che alle parole vuote sostituisca il dialogo nel segreto con il Padre” e nell’“opportunità di percepire, grazie al digiuno, che non basta il pane per vivere. Questa è la strada che porta alla melodia della fraternità che vince paura e angoscia”. “In questo momento, la nostra Chiesa è chiamata non tanto a difendersi, come Ulisse, dalla realtà che la circonda, chiudendosi in se stessa, ma a uscire in mare aperto e, come Orfeo, a immettere dentro la nostra realtà il canto nuovo che è il Vangelo di Gesù di Nazareth.
in allegato testo integrale omelia Ceneri 2019