Mensa vescovile in Trento (1375 copia – 1961)
registri 199, volumi 1, fascicoli 211; metri lineari 23.0
Storia archivistica
La Mensa vescovile era composta dai beni mobili e immobili in dotazione del vescovo dai quali egli traeva le rendite per il suo sostentamento. La produzione documentaria della Mensa si divide cronologicamente in due fasi il cui spartiacque è da collocarsi nel 1803, con la soppressione del principato vescovile di Trento. Il primo periodo riguarda le vicende della Mensa principesco-vescovile di Trento e il secondo quello della Mensa vescovile formatasi dopo la restituzione dei beni mensali da parte del governo austriaco.
La redazione dei registri del primo periodo, attualmente conservati in archivio, per la maggior parte urbari e registri delle locazioni, risale all’inizio del XVI secolo, quando il principe vescovo Bernardo Cles ordinò sia il recupero dei documenti trasportati in Austria un secolo prima sia la redazione del Codice Clesiano, una copia del quale è conservata presso l’Archivio Diocesano Tridentino. L’interesse del vescovo non era solo quello di tutelarsi contro eventuali manomissioni o perdite di documenti, ma anche quello di custodire e documentare i diritti e le prerogative del principato. Gli urbari e i registri delle locazioni presenti attualmente in archivio infatti testimoniano la consistenza delle rendite vescovili e allo stesso tempo i diritti delle comunità soggette al principato vescovile.
In seguito alla soppressione del principato di Trento del 1803 e all’incameramento dei suoi beni da parte del governo austriaco, anche l’archivio vescovile venne requisito e trasportato prima a Innsbruck, poi a Vienna e quindi a Monaco. Dopo la caduta di Napoleone e con l’annessione del Trentino all’Austria, i documenti trasportati a Monaco furono restituiti in parte e a più riprese, mentre i documenti che rimasero in Austria subirono vari traslochi. Nell’aprile 1825, in seguito all’emanazione della bolla papale “Ubi Primum” che sanciva la restituzione dei beni mensali, vennero consegnati a Gian Michele Tamanini, amministratore della Mensa vescovile, i documenti relativi ai beni comprovanti la dotazione vescovile assegnata dal governo italico. L’elenco dei documenti consegnati corrisponde alla descrizione e alla consistenza della documentazione che, in seguito alla restituzione dei beni da parte del governo austriaco, darà vita alla seconda parte dell’archivio della Mensa vescovile. In seguito alla soppressione dell’ente Mensa vescovile di Trento sancita dalla Legge del 24 gennaio 1987, la parte di archivio non più utile ai fini amministrativi fu depositata trasportata nell’Archivio storico della Curia, ora presso l’Archivio Diocesano Tridentino.
Nel 2015 l’Archivio della Mensa vescovile è stato riordinato e inventariato dalla Cooperativa Koiné nell’ambito di un progetto co-finanziato dalla Fondazione Caritro. Il progetto, terminato nel 2015, ha visto il ricondizionamento dell’archivio e la pubblicazione dell’inventario che a breve sarà disponibile anche nel sito AST.